Nel Market of One ogni cliente è considerato come un mercato a sé stante. Prodotti e servizi vengono altamente personalizzati a seconda delle preferenze del singolo individuo.
L’Open Banking è stata la novità di ieri. Oggi si parla di Open Insurance, Open Pensions e Open Health. Il vero traguardo dell’IoT, che permette la raccolta, il collegamento e la condivisione dei dati provenienti da cellulari, smartwatch, automobili e sensori di vario genere, l’orizzonte verso il quale stiamo navigando, è l’Open Life.
A mano a mano che cresce il livello di connessione degli oggetti che utilizziamo e le esperienze che viviamo tutti i giorni, aumentano anche le esigenze dei clienti. Le aziende intelligenti rispondono a queste esigenze con un sempre più alto livello di personalizzazione di prodotti e servizi. Nel Market Of One i protagonisti indiscussi sono i dati e l’intelligenza artificiale che li interpreta.
La prossima generazione di leader di mercato
Quando ogni auto, casa e dispositivo sarà in grado di dialogare con i propri clienti (ogni auto, casa o dispositivo è il prodotto di un’azienda ed è anche l’oggetto che ci tiene in contatto con l’azienda che l’ha prodotto), i leader di mercato saranno coloro che per primi riusciranno a interpretare correttamente e sfruttare tali connessioni.
I Big player come Amazon si sono assicurati un grande vantaggio competitivo perché hanno compreso con largo anticipo due cose fondamentali:
1) Quanto sia più efficace l’iper-personalizzazione e l’interazione uno-a-uno con i clienti piuttosto che basare le proprie strategie di vendita considerando unicamente le medie di mercato.
2)Per anticipare i desideri e le esigenze di ogni individuo è necessaria una profonda analisi dei dati.
Le aziende che seguono questo tipo di approccio si stanno evolvendo rapidamente. Naturalmente, da tale condizione stanno anche nascendo innumerevoli nuove opportunità.
Un recente rapporto di Venturebeat evidenzia come le attuali preferenze dei consumatori definiscano questa direzione per il futuro dei mercati:
- Forrester ha scoperto che il 77% dei consumatori sceglie, consiglia o paga più per un brand che offre servizi o esperienze personalizzati.
- Accenture dichiara che il 75% dei clienti ha maggiore probabilità di acquistare quando il rivenditore propone prodotti e servizi basati sulle loro specifiche preferenze.
- Infosys ha scoperto che il 59% si affida alle proposte consigliate per scegliere un acquisto.
- Rapt Media ha scoperto che il 63% dei clienti guarda favorevolmente ai marchi che offrono contenuti personalizzati e interessanti.
- Infosys ha rilevato che il 74% degli utenti si sente frustrato quando trova contenuti sul web che non sono personalizzati sui suoi interessi.
- Secondo Marketo il 63% dei clienti è infastidito dai messaggi pubblicitari generici.
- Marketo ha anche scoperto che oltre il 78% dei clienti rifiuta le offerte a meno che non siano state personalizzate in base alla sua precedente esperienza con l’azienda venditrice.
Le nuove normative, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e la Direttiva sui Servizi di Pagamento 2 nel settore bancario, hanno dato alle persone un maggiore controllo sui propri dati. Tale controllo in questo momento sta definendo i nuovi modelli di business.
Il modello dell’Open Banking è stato rivoluzionario e ha progressivamente condizionato i modelli di altri mercati. Per esempio, i progressi tecnologici nella robotica, nei sensori, nella telemetria, ecc., rendono possibile la raccolta di un enorme quantità di informazioni dettagliate riguardo alla salute dell’individuo per valutare e prevenire possibili rischi. In questo senso, i tradizionali modelli assicurativi saranno presto superati da nuovi servizi di prevenzione, assistenza e telemedicina.
Personalizzazione per tutti
Nulla è più personale dei dati generici. I kit per il test del DNA sono stati tra i regali più alla moda dello scorso Natale. Le analisi dei dati raccolti in questi test, e altri simili, possono diventare un grande patrimonio per la ricerca e aumentare il livello di salute futuro della comunità.
D’altro lato, come consumatori spesso non prendiamo in considerazione come possiamo sfruttare i nostri dati. La creazione e la condivisione del nostro archivio di dati personali sarà il prossimo passo non solo per migliorare le nostre esperienze di consumo e la nostra salute, ma anche per monetizzare la nostra privacy (su questo argomento ho realizzato un video che puoi vedere a questo link). Non a caso diverse aziende come Meeco.me e Mydex stanno creando nuovi mercati sullo scambio sicuro dei dati attraverso la blockchain, la quale garantisce al consumatore non solo il controllo ma anche la possibilità di poter monetizzare i propri dati personali.
Il lato oscuro
Un recente articoli su Nature, con il quale concordo al 100%, ha messo bene in evidenza come spesso le persone non siano consapevoli della condivisione dei propri dati attraverso i dispositivi e le piattaforme che utilizzano. Le reti e i sensori IoT possono facilmente raccogliere in modo assolutamente discreto dati di utilizzo e comportamentali, spesso all’interno della casa, al fine di anticipare e rispondere alle nostre esigenze di consumo utilizzando l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale. Il flusso di dati provenienti da fitness tracker, smartphone, tablet, assistenti vocali e PC, potenzialmente potrebbe nel prossimo futuro non fermarsi mai.
Tuttavia, il valore di questi dati raccolti rimane poco chiaro per la maggior parte degli utenti, fatto che mina fortemente i presupposti del GDPR. Ormai, dispositivi e fornitori di servizi operano sempre più su reti condivise. L’identificazione degli utenti da parte di queste reti offre una quantità di dati inestimabile per quanto riguarda la creazione di prodotti/servizi/esperienze personalizzati.
Monetizzazione della personalizzazione
È ovvio che questi hub di dati abbiano un significativo valore commerciale. Nel 2017, un consorzio di alcune delle più grandi aziende tecnologiche ha fondato il Data Transfer Project, un’iniziativa realizzata per facilitare l’esercizio del diritto degli utenti alla portabilità dei dati ai sensi del GDPR, attraverso standard comuni di interoperabilità e meccanismi di trasferimento.
Aziende intelligenti come Lifedata.ai si tengono al passo perché comprendono che le abitudini di consumo delle persone rispecchiano il loro stile di vita digitale. I consumatori di oggi richiedono una maggiore facilità d’uso, pertinenza e personalizzazione, distribuiti su tutti i canali in modo semplice. Lifedata.ai analizza il modo in cui le persone passano la giornata online e indentifica precisi momenti sui quali intervenire per migliorare la qualità della loro vita.
Quando le persone comprenderanno che i loro dati alimentano il business dei big player, allora impareranno ad attribuire un valore alla propria privacy, e di conseguenza, a farsela pagare.
Cosa riserva il futuro?
Si prevede che entro il 2025 ci saranno 20 miliardi di dispositivi IoT nel mondo, ovvero tre volte la popolazione globale. Il numero di dati raccolti su questi dispositivi sarà su una scala mai vista prima, motivo per cui il calcolo quantico diventerà di importanza critica. Parallelamente alla maturazione tecnologica e alla diffusione dell’IoT, una vasta gamma di questioni sociali, legali ed etiche crescerà di importanza.
Dati e aziende: capitalismo di sorveglianza
L’anno scorso, un sondaggio di Gartner sui progetti IoT ha mostrato che il 35% delle aziende intervistate vende o sta pianificando di vedere i dati raccolti dai propri prodotti o servizi. Il possesso di dati diventerà un asset aziendale strategico da registrare nei bilanci delle aziende. Entro il 2023, l’acquisto o la vendita di dati sarà una parte essenziale di molti sistemi IoT.
Ma le persone saranno contente di questo?
La crescente consapevolezza unita alla maggiore competenza degli utenti, che diventano sempre più esperti, porta inevitabilmente (insieme agli scandali come Cambridge Analytica) alla crescita della preoccupazione verso il così detto capitalismo di sorveglianza.
I dati tracciano futures comportamentali.
Le aziende ci costruiscono sopra prodotti e servizi.
Acquisteremo i prossimi prodotti o servizi perché anticiperanno quello che vogliamo e desideriamo.
A quanto pare, siamo destinati a perdere l’unico controllo che ci è rimasto, l’unica cosa che ci fa avere un valore in questo mondo votato al consumismo, ovvero quello sulle scelte d’acquisto.