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É la privacy la vera valuta del futuro

La privacy sarà la valuta del futuo.

In realtà lo è già anche oggi solo che noi, i consumatori, non gli diamo valore.

Sì, perché la nostra privacy vale denaro.

Le grandi aziende la utilizzano per creare nuovi prodotti e servizi pensati su misura delle nostre abitudini di acquisto… e che quindi molto probabilmente compreremo.

La politica la usa per creare messaggi che generano consenso o addirittura per scrivere programmi elettorali, per sondare le nostre preferenze e di conseguenza creare strategie di comunicazione.

La nostra privacy ha di fatto un grande valore, però noi la svendiamo in cambio di comodità.

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Vuoi usare i social media che ti mettono in comunicazione diretta in tutto il mondo? I social che ti permettono di sentirti protagonista? Di avere un pubblico?

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O ancora vuoi vedere tutte le puntate della tua serie preferita di fila?

Paghi con i tuoi dati.

E, tanto per essere chiari, quella è la tua serie preferita perché è stata scritta in base ai tuoi dati passati.

Ogni volta che compiliamo un form, flagghiamo ormai in modo automatico il consenso al trattamento dei nostri dati.

Di fatto diamo via qualcosa che ha un grande valore in cambio di qualcosa che ha pochissimo valore.

Se ci pensi bene, questa situazione assomiglia terribilmente a qualcosa che è già accaduto tantissimo tempo fa.

Lo abbiamo letto tutti a scuola, ti ricordi? Quando i coloni barattavano le loro stoviglie bucate con l’oro degli indigeni sudamericani o con i diamanti o gli schiavi delle tribù africane.

Ecco, il processo era esattamente lo stesso e gli indigeni, proprio come noi, erano anche ben felici di dare il loro oro in cambio di niente.

E non possiamo aspettarci di essere protetti da questo meccanismo dalle istituzioni o dalla tecnologia.

Perché da un lato le istituzioni sono troppo lente e in gran parte non hanno capito cosa sta succedendo e se lo hanno capito non sanno come controllarlo.

Dall’altro la tecnologia, per quanto sia evoluta, non è affidabile al 100%, e quando lo è, lo è per un breve periodo, giusto il tempo che venga sorpassata o hackerata.

Il caso di Cambridge Analityca parla da solo.

Non possiamo sottrarci da questo gioco, quello che però possiamo fare è impararne le regole e diventare coscienti del fatto che all’interno di questo sistema, l’unico elemento di grande valore è la nostra privacy, i nostri dati.

Quindi diamogli il valore giusto, comprendiamo che è una moneta di scambio, una valuta.

E quando saremo riusciti a vedere le cose in questa prospettiva, quando finalmente capiremo che la nostra privacy è esattamente come il denaro che abbiamo sul conto corrente, allora, e solo allora, incominceremo anche a trattarla come trattiamo il denaro.

Cercheremo di non sprecarla, la custodiremo, risparmieremo, arriveremo anche a investirla. 

Ma soprattutto, staremo molto attenti che non ce la rubino.

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